intervista a Claudia De Salve, regista del cortometraggio “Il miracolo della foglia di fragola”, proiettato in occasione del Frankenstein Factory organizzato da Joyful People Company in collaborazione con Premiere Film – VINCITORE DEL PREMIO DEL PUBBLICO
Parlaci un po’ di te, di come sei arrivato nel mondo del cinema.
L’amore che nutro nei confronti dell’arte è innato. Ho frequentato il liceo Artistico di Brera dove ho approfondito svariate tecniche in campo artistico per capire quale fosse la mia strada. Successivamente mi sono laureata in scenografia per il cinema e la tv all’Accademia di Brera, dove mi sono interfacciata con professionisti che hanno stimolato una primitiva passione: la regia.
Tell us about yourself and how your passion for cinema was born.
The love I feel for art is innate. I attended the Artistic High School in Brera where I studied various techniques in many artistic fields to understand which was the one I would follow in my future. I graduated in Set Design for cinema and television at the Brera Art Academy, where I interfaced with professionals who stimulated this primitive passion of mine: directing.
Al momento sta circolando nei circuiti festivalieri il cortometraggio “Il miracolo della foglia di fragola” da te diretto e distribuito da PREMIERE FILM, partiamo dalla sinossi:
Borislav è un giovane ragazzo russo trapiantato in Italia. Orfano dall’adolescenza, decide di dedicare la propria morte al padre. Intraprende un pellegrinaggio verso la Chiesa di San Vittorino, porta con sé solo l’essenziale, tra ricordi e sogni, l’unica a salvarsi è la foglia di fragola.
Your short film “Il miracolo della foglia di fragola”, distributed by PREMIERE FILM, is now circulating in the festival circuits, start by telling us the synopsis:
Born in Russia, transplanted to Italy, Borislav is a young orphan boy who decides to dedicate his death to his father. Therefore he goes on a pilgrimage towards the Church of San Vittorino, he brings with him only what he considers essential; the only thing to save itself is the strawberry leaf among all the memories and dreams.
Qual è l’inquadratura/frame che più rappresenta la tua opera?
What is the shot that represents your work?
Questa inquadratura (rispetto alla domanda precedente), indubbiamente la più rappresentativa, coincide anche con quella che ti è piaciuto di più mettere in scena?
L’inquadratura rappresenta il miracolo. La foglia dopo essere stata immersa nell’acqua della chiesa di San Vittorino riprende vita. Dopo questa scena, Borislav si addormenta e come in un sogno libera nel cielo una colomba, un gesto spiritualmente liberatorio per lui. Quando ho pensato a questa scena temevo non riuscisse. È un omaggio ad Andrej Tarkovskij, in Martirologio ricorda di aver raccolto vicino alla tomba della madre una foglia di fragola che nel tragitto verso casa si è appassita, una volta immersa in un bicchiere d’acqua ha ripreso vita.
(In regards of the previous question) Does this shot, undoubtedly the most representative, also coincides with the shot you liked the most to stage?
This shot represents the miracle. After being immersed in the water of the church of San Vittorino, the leaf springs back to life. After this scene, Borislav falls asleep and, in a dream-like world, frees a dove into the sky, a spiritually liberating gesture for him. When I thought about this scene, I nearly doubted I was able to create it. It is a tribute to Andrej Tarkovsky: in Martirologio he recalls picking up a strawberry leaf near his mother’s grave which withered on the way home, but came back to life once immersed in a glass of water.
Hai sempre le idee chiare quando componi l’inquadratura?
Essendo questo il mio primo cortometraggio, ho fatto affidamento a Scolpire il tempo di Andrej Tarkovskij, e ad alcune sue interviste rilasciate a Donatella Baglivo, leggendo e ascoltando come se fossero una lezione di cinema ho applicato il tutto in fase di progettazione, una volta sul set ho provato ad applicare ciò che avevo deciso in precedenza, ovviamente con una certa elasticità perché le cose cambiano e bisogna sempre essere pronti a modificare ciò che si è pensato.
Do you always have clearly defined ideas when composing a frame?
TThis being my first short film, I relied on Scolpire il tempo by Andrej Tarkovsky and on some of his interviews with Donatella Baglivo, I read and listened to them as if they were a cinema lesson, I then applied everything I learned in the planning phase. Once on the set I tried to apply what I had previously decided on, obviously with a certain flexibility because things can change in many ways and you must be ready to modify your project in some parts.
Qual è la prima immagine che ti viene in mente pensando al Cinema?
What is the first shot that comes to your mind when thinking about cinema?
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