Ciao Michele, parlaci un po’ di te e di come ti sei avvicinato alla fotografia.
Il primo approccio diretto con la fotografia è stato grazie alla musica. Il mio percorso è iniziato fotografando concerti di musica Live, da lì a poco la fotografia è iniziata ad entrarmi sotto pelle, diventando sempre più un bisogno che andava quotidianamente nutrito. Da qualche anno ho iniziato a costruire un diario personale di fotografie, che catturo principalmente nel posto in cui vivo: la Basilicata. Da circa due anni ho aperto uno studio fotografico a Matera insieme alla mia compagna, anch’essa fotografa.
Come è nato il progetto “Tourist”?
Tourist è nato grazie al conflitto che vivo costantemente con la mia terra, un rapporto di amore e odio, difficile da spiegare a parole, ma che riesco (probabilmente) ad esprimere più facilmente con le immagini. In sostanza il progetto parla di destrutturazione. Attraverso un approcio ironico, mi sono divertito a scomporre e ricomporre turisti cercando delle giustapposizioni, per dar vita ad una versione contemporanea di un bestiario medievale. Dal 2014 al 2015, anno di proclamazione a Capitale Europea della Cultura di Matera, la città è stata letterlalmente invasa da un turismo di massa 4.0, snaturandola dalle proprie origini, e rendendo i Sassi quasi inabitabili. La serie è ancora un work in progress.
Da chi prendi ispirazione per i tuoi lavori?
Trascorro gran parte del mio tempo ad osservare, sfoglio tanti libri di fotografia, e seguo parecchie riviste online dove ho il piacere di scoprire tanti nuovi talenti con linguaggi differenti. Cerco in tutti i modi di farmi coinvolgere dall’ambiente circostante e dai rapporti umani, che sono il pilastro portante del mio linguaggio fotografico. La fotografia è un processo molto complicato, che ha bisogno di esser curato e nutrito, in ogni momento della giornata, l’ispirazione quindi non può arrivare solo dai grandi maestri della fotografia. Citando Somerset Maugham “L’ispirazione arriva ogni mattina alle 9:00 dopo il caffè”.
Come trovi le tue storie? Qual è la prima cosa che fai quando decidi di sviluppare un progetto?
Attualmente sono più orientato a lavorare per progetti a lungo termine, piuttosto che a singole storie. Solitamente seguo il mio istinto. Spesso a fornirmi suggerimenti è l’ambiente circostante, ma il più delle volte sono i miei turbamenti che mi portano a lavorare su un progetto, è un meccanismo strano. Altre volte invece, dopo aver passato un determinato periodo, in cui scatto fotografie molto casuali, magari per pura sperimentazione, mi ritrovo in archivio materiale che potrebbe dar vita ad un nuovo progetto.
Per approfondire:
WEBSITE : Michele Battilomo
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