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Giada Giannoccaro – L’era del cinghiale bianco

La valle d’ Itria è stata teatro delle mie vacanze estive da bambina. Il questo luogo, la mia famiglia si riuniva per godere dell’amore che questa riunione familiare sprigionava, donandomi inconsapevolmente serenità. In questo luogo, ho iniziato a osservare, a investigare, a interagire con la natura che mi circondava, imparando ad amarla e rispettarla. Non ho mai trascorso l’estate a Roma, ho sempre avuto modo di rifugiarmi in valle d’Itria, lontana sì dai miei amici, ma anche dall’afa della città. Solo con il tempo ho saputo davvero apprezzare questo angolo di terra, privo di frenesia e affollamento. Solo con il tempo ho capito che da sempre è stato qui che le mie ferite, le delusioni, i cambiamenti inaspettati, hanno trovato il modo più dolce di far parte di me. Ci sono tornata subito dopo la quarantena, consapevole della necessità di farmi proteggere e cullare dalla natura, lontana da una città confusa e disorientata.

Come da bambina ho imparato qualcosa, riscoprendo me stessa, il mio corpo, la bellezza che traspare da ogni istante trascorso con le persone che amo. In questo luogo, ho capito l’importanza della fotografia; strumento, complice e amica di racconti e pensieri, attimi vissuti, troppo sfuggenti per lasciarli volare via, così, velocemente. Ho lasciato che fosse la luce a guidarmi, seguendola ovunque lei volesse posarsi. Dedico questi scatti a tutti i luoghi del cuore che ognuno di noi possiede, alla natura che ci ospita e ci sopporta, alle persone che amo, presenti o trapassate, a tutti i momenti di alienamento, serenità e rinascita.

Per approfondire

IG: Giada Giannoccaro

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