Ciao Davies, parlaci un po’ di te e di come ti sei avvicinato alla fotografia.
La fotografia ha sempre fatto parte della mia vita. Arrivo da un percorso artistico, iniziando con il liceo, passando per l’Accademia di Belle Arti e conclusosi con Regia e Produzione Audio Video. Nel frattempo ho sviluppato e ampliato passioni come la musica e il teatro. Durante tutto Il mio percorso la fotografia è sempre stata una costante e ha creato il collante fra le varie discipline artistiche, aiutandomi anche a superare ed elaborare particolari momenti della mia vita. L’immagine riflette la parte di noi che non possiamo vedere.
Come è nato il progetto “ERANO QUESTI GLI ALTRI MONDI?”?
Erano Questi Gli Altri Mondi è un progetto estremamente delicato, fragile, a tratti impalpabile. Tramite l’acqua, elemento dominante, possiamo osservare mondi nuovi, diversi, sempre esistiti e mai considerati. Tramite la decostruzione dello specchio d’acqua andiamo ad indagare all’interno dei nostri pensieri, perdendoci in mondi, mai stati nostri, di cui abbiamo sempre sentito la presenza. Questa è un’opera di dialogo interno, di viaggio e di rivelazione. Quello che cerchiamo è sempre stato con noi (!?) “Paesaggio tattile, mondi che non ci appartengono si riflettono e rifrangono. Proiezioni duttili di immerse coscienze. Affiorare ancora in un incessante increscere Aprirsi al domani del nuovo”
Da chi prendi ispirazione per i tuoi lavori?
L’ispirazione per i miei lavori parte dal bisogno di scoprire, scoprirmi e indagare fra gli interstizi dell’animo umano. Maestri come Lynch, Bergman, Antonioni, Ibsen, mi hanno fatta sentire “a casa” abbracciandomi in un comune immaginario.
Come trovi le tue storie?
I miei progetti nascono in molteplici modi. Dai semplici interstizi che indago nella vita, ai libri, film, canzoni e dialoghi che mi circondano quotidianamente. Nella maggior parte dei casi i miei lavori partono dal pensiero che si tramuta in scrittura, poi in immagine, fino a ritornare pensiero.
Qual è la prima cosa che fai quando decidi di sviluppare un progetto?
La scintilla di un progetto arriva da riflessioni interne che si trasformano in scrittura, sotto forma di poesie, testi o sceneggiature. Dopodiché si fanno immagine e a seconda dei casi si evolvono fino a diventare musica, video arte, o tutte queste cose nello stesso momento. Mi piace sentire il progetto muoversi e spostarsi in tutte le forme che lo compongono. Tutto è sempre. Tutto è divenire.
Hi Davies, tell us a bit about yourself and how youn approached photography.
Photography has always been part of my life. I came from an artistic path, starting with the high school, passing through the Academy of Fine Arts and ending with Direction and Audio Video Production. In the meantime I have developed and expanded passions such as music and theater. Throughout my career photography has always been a constant and has created the glue between the various artistic disciplines, helping me to overcome and elaborate particular moments of my life. The image reflects the part of us that we can’t see.
How was the project born ” WERE THESE OTHER WORLDS”?
They were These Other Worlds is an extremely delicate, fragile project, sometimes impalpable. Through water, the dominant element, we can observe new, different worlds, always existing and never considered. Through the deconstruction of the body of water we investigate within our thoughts, getting lost in worlds, never ours, of which we have always felt the presence. This is a work of internal dialogue, of travel and of revelation. What we are looking for has always been with us.
“Tactile landscape, worlds that do not belong to us are reflected and refracted. Flexible projections of deep consciences. To rise again in an unceasing ripple To open up to the tomorrow of the new”.
Where do you get inspiration for your work?
The inspiration for my works starts from the need to discover, discovering myself too and investigate the gaps of the human soul. Masters like Lynch, Bergman, Antonioni, Ibsen, made me feel “at home” embracing myself in a common imagination.
How do you find your stories?
My projects are born in many ways. From the simple interstices I investigate in life, to books, movies, songs and dialogues that surround me every day. In most cases my works start from the thought that turns into writing, then into image, until I return to thought.
What is the first thing you do when you decide to develop a project?
The spark of a project comes from internal reflections that are transformed into writing, in the form of poems, texts or scripts. And then you make an image and, as the case may be, you evolve into music, video art, or all of those things at the same time. I like to feel the project move and move in all the forms that compose it. Everything is always. Everything is becoming.
Website : www.davieszambotti.com