A cura di Ombra Magazine
Un viaggio in America durante la guerra fredda; “Casa Susanna” è una mostra curata da Isabelle Bonnet e Sophie Hackett, esposta ad Arles in occasione de “les Recontres d’Arles” dal 3 luglio al 24 settembre 2023.
Noi di ombra magazine ne siamo rimasti affascinati: 20 anni di storia nascosta che riemerge con delicatezza e una voglia di esprimersi di tutto rispetto. La mostra è stata allestita con immagini d’archivio scoperte da due antiquari in un mercatino delle pulci di New York.
ENG A voyage in the America of the Cold War; “Casa Susanna” is the exhibition curated by Isabelle Bonnet and Sophie Hackett shown in Arles during the “les Recontres d’Arles” from the 3rd of July to the 24th of September 2023.
At Ombra Magazine we were absolutely fascinated with it: in this work 20 years of hidden history resurface with consideration and a strong desire to express itself. The exhibition consisted of archival pictures discovered by two antique dealers in a New York flea market.
La mostra racconta di un luogo non molto lontano dalla grande mela, dove alcuni uomini si rifugiavano nel week end per poter esprimere al meglio se stessi, indossando abiti femminili ed incarnando il ruolo di casalinghe che, strano a dirsi, rappresentavano il sogno americano degli anni ’50. Susanna, la fondatrice, era un uomo bianco, così come tutte le altre donne: Virginia, Fiona, Doris, tutte loro erano, durante la settimana, padri di famiglia, imprenditori o militari. La loro necessità di doversi nascondere nasceva nel pieno della Guerra Fredda dove i travestiti e gli omosessuali venivano condannati e perseguitati poiché violavano le leggi dell’epoca.
ENG The exhibition illustrates a place not too far from the Big Apple, where some men used to find refuge on the weekends trying to freely express themselves, wearing women’s clothes and embodying the role of housewives who, strangely enough, incarnated the American dream of the 50’s. Susanna, the founder, was a white man, just like all the other women there: Virginia, Fiona and Doris, but during the week all of them were family guys, entrepreneurs or soldiers. Their need to hide arose in the midst of the Cold War when transvestites and homosexuals were persecuted and condemned for violating the laws of that time.
L’allestimento è composto in maniera tale che il visitatore possa entrare in una casa, meglio ancora in uno spazio segreto (quasi come i famosi “skirt club londinesi”[1]), esattamente come lo percepivano quegli uomini. Ci sono immagini di piccole dimensioni e gigantografie, sembra quasi di entrare a “Casa Susanna”, infatti la prima fotografia ritrae proprio una delle donne accanto ad una scritta appesa ad un albero e con lo sfondo della casa in cui ci accingiamo ad entrare.
[1] Skirt Club, community per donne bisessuali e bi-curiose
ENG The display is devised in such a way that any visitor could feel like entering a house, or a secret room (almost like the famous London “skirt clubs”), exactly as those men perceived it. There are small images and blow-ups and it seems like actually entering “Casa Susanna”, in fact the first photograph portrays one of the women next to an inscription hanging from a tree and you can see, in the background, the house we are about to enter.
Percorrendo le stanze della mostra, oltre alle fotografie, si trova anche una rivista “TRANSVESTIA” , di circa 80 pagine piene di fotografie, consigli sul make up e storie. Questa rivista veniva spedita clandestinamente, mettendo in evidenza quanto questo fenomeno in America era molto presente, esattamente come i cross-dresser che vivevano clandestinamente questa parte di sé. Attraverso questo racconto fotografico, le curatrici mettono in evidenza come probabilmente questo sia stato il primo network in America.
Questa mostra prova come attraverso le immagini, che siano di un professionista o di un semplice amatore, una storia possa essere ben raccontata, soprattutto quando ci si ritrova davanti ad un archivio storico.
ENG Walking through the rooms of the exhibition, in addition to the photographs, there is also “TRANSVESTIA”, a magazine of about 80 pages full of pictures, tips about the make-up and lots of stories. This magazine was delivered illegally, and that fact alone highlights just how much this phenomenon was widespread in America, just like the cross-dressers, who lived this part of themselves secretely. Through a photographic tale the curators highlight this as probably the first network in America.
This exhibition shows how a story could be told well enough through images, whether they are of a professional or a simple amateur, especially when they stumble upon a rich historical archive.
Info : Les Recontres D’Arles
Qui: Documentario
è visibile il documentario presentato a Venezia alla ” Giornata degli autori” nel 2022 – in lingua originale
Info : Les Recontres D’Arles
Qui: Documentary
There is the doc presentend in Venice Festival on 2022 – in original langauges