Shots

SHOTS_08 – Michele Bottini – La quotidiana odissea di Penelope

intervista a Michele Bottini, regista del cortometraggio La quitidiana odissea di Penelope, proiettato in occasione del Frankenstein Factory organizzato da Joyful People Company in collaborazione con Premiere Film

Parlaci un po’ di te, di come sei arrivato nel mondo del cinema.

Sono approdato al cinema come attore dopo essermi diplomato alla ‘Scuola di teatro Paolo Grassi’ di Milano (dove attualmente insegno recitazione). Poi il passaggio è stato fare l’acting coach, ruolo che mi ha consentito di lavorare a stretto contatto con ottimi registi che mi hanno insegnato molto. A quel punto ho capito che potevo mettermi dietro la macchina da presa, cosa che ho fatto in età matura.

Tell us about yourself and how your passion for cinema was born.

I approached cinema as an actor after graduating from the theatre school “Paolo Grassi” in Milan (where I teach acting). I became an acting coach soon after my graduation and that job got me to work with brilliant directors from whom I learnt a lot. At that point I realized I could take on the directing job, something I did when I reach a more mature age.

Al momento sta circolando nei circuiti festivalieri il cortometraggio Dalia da te diretto e distribuito da PREMIERE FILM, partiamo dalla sinossi:

LA QUOTIDIANA ODISSEA DI PENELOPE è la storia di un normale ritorno al proprio nido, alla propria casa di una persona, una cittadina, una lavoratrice, ma donna… Donna … Questa donna, comunque si chiami, deve affrontare un mondo dominato da una ingombrante, anche se certo naturale, presenza maschile. E questa presenza maschile mostra tutte le sue sfaccettature, il suo caleidoscopio di battute, provocazioni, approcci, apprezzamenti, a volte anche innocenti o quantomeno non direttamente aggressivi, ma che costituiscono il cumulo del fardello che una donna si porta a casa ogni giorno. E quando finalmente questa donna si trova a casa non è detto che ciò che vi trova sia proprio quello che si aspetta…

Your short film Dalia, distributed by PREMIERE FILM, is now circulating in the festival circuits, start by telling us the synopsis:

PENELOPE’S EVERYDAY ODYSSEY is the story of a normal return to one’s nest, to one’s home, of a person, a citizen, a worker, but a woman… Woman… This woman, whatever her name is, has to face a world dominated by a cumbersome, although certainly natural, male presence. And this male presence shows all its facets, its kaleidoscope of jokes, provocations, approaches, appreciations, sometimes even innocent or at least not directly aggressive, but which constitute the heap of the burden that a woman carries home every day. And when this woman finally finds herself at home, it doesn’t necessarily mean that what she finds there is exactly what she expects…

Qual è l’inquadratura/frame che più rappresenta la tua opera? 

E’ sicuramente quella in cui lei si guarda allo specchio, l’immagine riflessa è come un caleidoscopio interiore della protagonista. In realtà era una prova in testa ad una scena, ma il magnifico montatore Giuseppe Chiaramonte l’ha vista e mi ha suggerito di inserirla, cosa che ho fatto subito.

What is the shot that represents your work?

It’s going to be the one when she looks in the mirror: the reflected image is akin to an inner kaleidoscope for the protagonist. That was actually going to be a tryout for a different scene, but when the talented editor Giuseppe Chiaramonte saw that filmed material he strongly suggested to include it in the final product, a piece of advice I took immediately.

Questa inquadratura (rispetto alla domanda precedente), indubbiamente la più rappresentativa, coincide anche con quella che ti è piaciuto di più mettere in scena? 

In realtà l’inquadratura da me pensata che amo di più è il primissimo piano di lei in ascensore che rivede nella sua testa gli eventi che l’hanno turbata durante il suo ritorno

(In regards of the previous question) Does this shot, undoubtedly the most representative, also coincides with the shot you liked the most to stage?

Actually, the frame I love the most is the foreground of the protagonist in the elevator recalling the events that unsettled her on the way back.

Hai sempre le idee chiare quando componi l’inquadratura?

L’inquadratura è parte integrante della narrazione, non un semplice esercizio di stile. Quando compongo penso sempre per inquadratura.

Do you always have clearly defined ideas when composing a frame?

Tha frame is integral to the storytelling, not a simple proof of concept. When I compose the shot in my mind I always think about the framing.

Qual è la prima immagine che ti viene in mente pensando al Cinema?

L’occhio di Janet Leigh protagonista di Psyco di Hitchcock

What is the first shot that comes to your mind when thinking about cinema?

The eye shot of Janet Leigh, protagonist of Hitchcock’s Psycho

Verified by MonsterInsights