Un’analisi introspettiva del proprio corpo e della percezione di esso tramite una serie di autoritratti delle parti che negli anni si sono deformate, tal volta per cause esterne, incidenti, altre per evoluzione naturale, ma che incidono sulla propria concezione di sé e di come questo condizioni il rapporto con gli altri e il mondo esterno. Questi paesaggi corporei asettici vengono analizzati con occhio chirurgico, straniante, per avere una visione esterna di esso. Il corpo non è più quello percepito mentalmente, ma è un nuovo involucro che si è adattato al proprio vissuto.
An introspective analysis of one’s own body and about the perception of it through a series of selfportraits that have deformed over the years, sometimes because external causes, accidents, other times by natural evolutions that affect one’s own conception and the world outside. These corporeal, aseptic landscapes are scanned with a surgical and alienating eye, to obtain an external vision of them. Body is no longer perceived mentally, but as a new shell which has adapted to its own experience.
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